D-Orbit porterà in orbita per il suo primo volo dimostrativo il sensore di Odin Space, società specializzata in space situational awareness e, in particolare, nella mappatura di detriti spaziali la cui dimensione è inferiore al centimetro. L’azienda di Fino Mornasco, attraverso la sua sussidiaria presso Oxford, fornirà il proprio veicolo di trasferimento orbitale, lo Ion Satellite Carrier, per il lancio previsto per il secondo trimestre 2023 con un vettore ancora ignoto, ma che potrebbe essere uno degli 11 ride share che D-Orbit ha già fermato con SpaceX.
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Quantificare e ridurre il rischio
Il progetto di Odin Space, start-up fondata a Londra nel 2020, riguarda un aspetto fondamentale della sicurezza e della sostenibilità spaziale che ha anche precisi riflessi di tipo economico. Si calcola infatti che il 99% dei detriti presenti nello spazio siano tutt’ora invisibili agli strumenti attuali, ma la cui forza distruttiva nel 2030 potrebbe creare danni per 2 miliardi di dollari all’anno ai satelliti in orbita. La riduzione del rischio influenza non solo chi subisce il danno, ma condiziona anche il mercato assicurativo che, a fronte di una crescita del settore della space economy, ha bisogno di operare valutazioni globali del rischio.
La costruzione strategica del business
I sensori di Odin promettono dunque di aprire gli occhi ad un mondo che presenta sempre più pericoli a causa di se stesso promettendo di rilevare detriti di grandezza addirittura nell’ordine di un decimo di mm. La sua tecnologia si iscrive perfettamente nell’ampio programma che la United Kingdom Space Agency (Uksa) sta portando avanti con l’obiettivo di rendere la propria space economy protagonista della space situational awareness e dell’in-orbit servicing. Quest’ultimo settore riguarda invece la missione di D-Orbit che ha l’ambizione di esserne uno degli attori di punta. D-Orbit e Odin nel 2021 hanno partecipato entrambi al Leo, il programma di accelerazione su business che riguardano la sostenibilità dello spazio.
Una collaborazione nata nel 2021
“Fin da quando abbiamo partecipato al programma di accelerazione dell’Agenzia Spaziale del Regno Unito – ricorda James New, ceo e co-fondatore di Odin Space – abbiamo costruito un rapporto molto forte con D-Orbit, fondato sul nostro impegno reciproco per un’industria spaziale sostenibile”. Plauso è arrivato anche da Chris McQuire, Head of Local Growth dell’Uksa “Con quasi 5.000 satelliti operativi e milioni di piccoli detriti spaziali, la capacità di operare in sicurezza nello spazio diventa sempre più impegnativa. Il Regno Unito sta guidando gli sforzi per rendere lo spazio più sostenibile ed è fantastico vedere due aziende sostenute dall’Agenzia Spaziale britannica, D-Orbit e Odin Space, lavorare insieme per mappare e analizzare questi pericolosi detriti e proteggere i servizi satellitari”.
Il ruolo dell’Esa
“Siamo lieti di collaborare con Odin Space per questa tappa fondamentale. Odin è all’avanguardia nelle soluzioni per i detriti in un’area fondamentale, quella dei detriti su microscala, e la sua tabella di marcia si allinea perfettamente con gli obiettivi di sostenibilità spaziale di D-Orbit. In quanto collaborazione UK, Odin sarà supportato dai servizi di lancio di D-Orbit nel Regno Unito, in fase di sviluppo nell’ambito del C-Sts (Commercial Space Transportation Services, ndr) dell’Esa. Non vediamo l’ora di lavorare con Odin su questo e su altri progetti futuri” ha commentato Martyn Fogg, Fleet Mission Manager di D-Orbit