“L’Italia può ambire a un ruolo di leader in molti ambiti (lanciatori, osservazione della Terra, telecomunicazioni) e al consolidamento del posizionamento nello sviluppo delle stazioni spaziali in orbita bassa e dei rapporti con la Nasa sul progetto Artemis (esplorazione della Luna), preparandosi alle prossime iniziative di esplorazione marziana”. Il Piano – che integra risorse Pnrr e fondi nazionali con investimenti totali di poco al di sotto dei 5 miliardi di euro – “sarà la base strategica per la prossima programmazione Ministeriale Esa 2023-25 da negoziare a fine novembre 2022”.
Queste le sfide sul tavolo del nuovo Governo in materia di space economy secondo il ministro uscente Vittorio Colao – che ha in capo le deleghe all’aerospazio – il quale in un documento da una quarantina di pagina presenta le cose fatte e indica la visione per il futuro (SCARICA QUI IL DOCUMENTO Italia digitale 2026-risultati 2021-2022 e azioni per il 2023-2026). “
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La sfida upstream
“Lo Spazio rappresenta un settore di forza per l’Italia e una grande opportunità di ulteriore sviluppo. Il Paese possiede importanti competenze scientifiche e una articolata filiera industriale riconosciuta ed apprezzata a livello globale, che rendono l’Italia uno degli attori principali nella new space economy. Il Governo e il Mitd hanno rinforzato gli investimenti, sia nazionali sia attraverso i contributi ai programmi opzionali dell’Esa e ai progetti della Nasa, per sfruttare questa opportunità e dare nuovo slancio al settore italiano dello Spazio”, si legge nel documento. La strategia del Governo per gli anni 2021-2026 “si basa sul consolidamento della presenza nel settore cosiddetto upstream: nei lanciatori (sostenendo lo sviluppo verso modelli riutilizzabili e a propellente liquido e verso nuove capacità di servizio in orbita), nei satelliti con molteplici caratteristiche operative (ottiche, radar, iperspettrali) fondamentali per potenziare le capacità di osservazione della Terra e nei moduli spaziali funzionali all’esplorazione dello spazio”.
La sfida downstream
E a ciò si affianca “un crescente investimento nelle applicazioni downstream derivanti da nuove infrastrutture di osservazione della Terra e dalle competenze tecnologiche in ambito Pnt (Positioning, Navigation and Timing). L’obiettivo è incrementare il ritorno degli investimenti pubblici nell’economia dello spazio e spingere un sempre più diffuso utilizzo dei dati provenienti dallo spazio per sviluppare servizi e applicazioni “a terra” e in tal modo soddisfare una crescente domanda istituzionale (monitoraggio climatico, previsioni meteorologiche, controllo del territorio e delle infrastrutture critiche e gestione di emergenze) e commerciale privata, sia nelle applicazioni industriali sia nei servizi al consumatore”.
Fra le priorità per i prossimi 6-12 mesi indicata l’assegnazione dei bandi Spazio e in particolare quelli relativi alla costellazione “Iride”.