L’Edge computing può portare enormi benefici alle missioni spaziali accelerando i tempi di analisi e lasciando che le reti di trasmissione da e verso la Terra, caratterizzate ancora da larghezze di banda ridotte, siano impegnate in altri compiti.
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Dove non c’è il cloud c’è l’edge
In tempi nei quali l’industria spaziale sta scoprendo tutti i vantaggi del cloud computing, l’edge computing sta riproponendo le sue prerogative che sono proprio quelle di poter offrire un’elevata potenza di elaborazione ed analisi in prossimità del luogo di attività, facendo un ricorso nullo o assai limitato ai centri di elaborazione in remoto connessi attraverso reti. In vista delle future missioni su Luna e Marte è dunque fondamentale sviluppare tecnologie basate sul concetto di edge computing.
Sulla Iss per scopi di ricerca
Per questo Amazon Web Services (Aws) sta collaborando con Axiom Space ed è riuscito ad adattare il proprio Aws Snowcone all’utilizzo spaziale. Il modulo è stato infatti portato sulla Iss e impiegato per la raccolta dei dati su esperimenti in microgravità che, solitamente, raggiungono un volume di un terabyte al giorno. Ebbene, l’AWS Snowcone ha fatto egregiamente il proprio lavoro di calcolo localmente e collegandosi a Terra per trasmettere i dati raccolti, già elaborati e catalogati.
Tanti dati, poca connessione
L’annuncio è stato dato in occasione dell’Amazon re:Mars 2022 e apre nuove prospettive per le attività di ricerca in orbita o anche sulla Luna e su altri pianeti dove, oltre ai limiti di trasmissione, anche quelli di archiviazione sono un limite alla durata delle missioni di ricerca. Aws ha lavorato 7 mesi insieme alla Nasa per adattare il proprio modulo portatile, grande come una scatola e pesante meno di 5 kg, così da renderlo trasportabile su un missile, sia utilizzabile in condizioni decisamente più severe ed elevarne i livelli di sicurezza e crittografia.
Riconosce un oggetto in 3 secondi
Più elevati sono anche i livelli di Intelligenza Artificiale e machine learning del modulo Aws Snowcone adattato per lo spazio: ora è in grado di riconoscere un oggetto attraverso la sua immagine e catalogarlo in soli 3 secondi. È inoltre capace di ripetere questo tipo di processo a tempo indeterminato e dunque ci sono prospettive di sviluppo anche per questo campo, non solo a livello scientifico, ma anche operativo, logistico e di controllo.
Al servizio del futuro e dei privati
A beneficiarne, la prima sarà sicuramente la Axiom che, come è noto, sta preparando la prima missione spaziale interamente privata – la Axion Mission 1 o Ax-1 – a bordo della Iss con l’obiettivo, insieme ad altri moduli, di rimpiazzarla dopo il 2030 quando la Stazione Spaziale Internazionale sarà dismessa e fatta deorbitare. È però assai probabile che Amazon stessa la sfrutterà per sé ed altre aziende si serviranno di questa tecnologia o punteranno a fornirsi di soluzioni analoghe.
L’edge computing e gli altri utilizzi
“Aws è impegnata ad eliminare le barriere tradizionali incontrate nell’ambiente spaziale, comprese le limitazioni di latenza e larghezza di banda. L’esecuzione di analisi delle immagini vicino alla fonte dei dati è un enorme vantaggio perché può migliorare i tempi di risposta e consentire all’equipaggio di concentrarsi su altri compiti o missioni critiche.
Alla conquista dello spazio
Questa esperienza aiuterà i nostri team a valutare come rendere l’edge computing disponibile per le future missioni spaziali” ha detto Clint Crosier, direttore di Aerospace and Satellite presso Aws. “La missione Ax-1 di Axiom Space è stata una missione storica volta ad espandere le opportunità commerciali nello spazio e ad aprire le porte per ulteriori dimostrazioni scientifiche e tecnologiche che possono migliorare la vita in orbita” ha dichiarato Tejpaul Bhatia, chief revenue officer della Axiom Space.