La sonda Dart della Nasa ha colpito Dimorphos, il piccolo asteroide dal diametro di 160 metri (quanto un campo e mezzo da calcio), deviandone la traiettoria. Si tratta del primo test di difesa planetaria allo scopo di proteggere la Terra da asteroidi pericolosi in futuro. Testimone dell’impatto a una velocità di 6,5 chilometri al secondo è stato il mini satellite italiano LiciaCube, finanziato dall’Agenzia spaziale italiana (Asi) e realizzato dall’azienda Argotec di Torino.
Dalla Nasa hanno fatto sapere che la conferma del successo della missione arriverà tra qualche settimana, quando i calcoli verificheranno se l’orbita di Dimorphos sia stata effettivamente modificata. “Siamo all’inizio di una nuova era, in cui avremo potenzialmente la capacità di proteggerci dall’impatto di un asteroide minaccioso”, ha detto Lori Glaze, direttore della divisione di scienze planetarie della Nasa.
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L’orbita di Dimorphos deviata dell’1 per cento
Dimorphos è il più piccolo in un sistema a doppio asteroide che l’Agenzia spaziale americana ha ritenuto perfetto per lo scopo della missione. Dimorphos orbita attorno a Didymos (dal greco “gemello”), ogni 11 ore e 55 minuti. E nessuno dei due asteroidi costituisce una minaccia per il nostro pianeta.
Dalla Nasa hanno spiegato che la sonda Dart non avrebbe frantumato l’asteroide Dimorphos, ma che l’impatto dovrebbe essere sufficiente per ridurre la sua orbita. Ora con i telescopi sarà verificata la sua nuova orbita. Gli scienziati dell’Agenzia spaziale hanno fatto osservare che lo spostamento orbitale previsto dell’1% potrebbe non sembrare molto, ma in realtà equivarrebbe a un cambiamento significativo nel corso degli anni.
Quattro le immagini “catturate” dal mini satellite italiano
L’area dell’impatto è stata presidiata dal mini satellite LiciaCube che ha catturato le prime immagini e i dati della missione, come fosse una sorta di “fotoreporter cosmico”.
“Il sistema di puntamento ha lavorato bene e le fotocamere hanno acquisito le foto previste. Abbiamo scaricato 4 immagini, tutte molto interessanti”, ha commentato Simone Pirrotta, responsabile della missione LiciaCube per l’Agenzia spaziale italiana (Asi). Gestita e coordinata dall’Asi, quella di LiciaCube è la prima missione tutta italiana attiva nello spazio profondo, a 13 milioni di chilometri dalla Terra.
Dopo Dart, previsto il lancio di Hera nel 2024
La missione segna l’inizio di una nuova stagione di operazioni dedicate alla difesa planetaria: dopo Dart, nel 2024 l’Agenzia spaziale europea (Esa) prevede di lanciare Hera, la missione che dovrà esaminare e misurare il cratere lasciato dall’impatto di Dart e raccogliere dati su composizione e massa dell’asteroide. Con Dart e LiciaCube, Hera fa parte della collaborazione internazionale Aida (Asteroid impact and deflection assessment), nella quale confluiranno i dati raccolti nelle tre missioni.