Il momento in cui l’umanità tornerà sulla Luna si avvicina ancora di più e stavolta lo farà anche con il suo elemento femminile. Non a caso il nome del programma della Nasa che punta a riportare la nostra specie sul suolo selenico è Artemis, sorella gemella di Apollo che battezzò tutte le missioni arrivate sul nostro satellite naturale. Sul suo suolo furono 12 gli uomini a lasciare l’impronta dei loro scarponi e il 14 dicembre 1972 l’ultimo fu Eugene ‘Gene’ Carnan, comandante della Apollo 17.
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50 anni dopo l’Europa e l’Italia ci sono
A 50 anni di distanza l’umanità si riavvicina all’astro d’argento con la volontà di portarvi anche astronaute e con un programma che lo vede non solo come punto d’arrivo, ma anche di presenza stabile per puntare lo sguardo verso una nuova frontiera: il pianeta Marte. E dopo mezzo secolo gli Usa non sono i soli detentori della tecnologia capace di fare tutto questo perché il contributo dell’Europa e dell’Italia, attraverso le loro rispettive agenzie spaziali e la loro industria, sono fondamentali. Leonardo, punta di diamante della nostra filiera dello Spazio, da anni sta lavorando a diversi elementi fondamentali di Artemis, da sola o insieme al partner Thales attraverso le consociate Thales Alenia Space e Telespazio.
I contributi italiani su Artemis-1
La missione Artemis-1, che sarà priva di equipaggio e la cui finestra di lancio è prevista tra il 29 agosto e il 5 settembre prossimi, potrà già contare su contributi essenziali da parte dell’Italia. Il veicolo spaziale Orion, che sarà portato in orbita intorno alla Luna per circa 6 settimane dallo Space Launch System, avrà un modulo di servizio dell’Esa denominato Esm (European Service Module) nel quale saranno firmati da Leonardo i sistemi di produzione e gestione di energia, temperatura, aria e acqua per l’equipaggio. I pannelli fotovoltaici, disposti su ali lunghe 7 metri ciascuna che possono erogare 11 kW complessivi, sono infatti prodotti a Nerviano (Mi) e sempre in Lombardia sono state assemblate le unità di controllo e distribuzione per l’energia prodotta.
Sistemi energetici e moduli funzionali
Thales Alenia Space si è invece occupata della struttura del modulo Esm e dei sistemi critici, come quello di protezione dai micro meteoriti e per il controllo termico. Ma vi sono molte altre aree fondamentali di Artemis dove l’Esa e l’Asi giocheranno un ruolo fondamentale. Il Lunar Gateway, la stazione spaziale che orbiterà intorno alla Luna, saranno dotati di moduli pressurizzati prodotti da Thales Alenia Space a Torino. Tra questi: I-Hab (International Habitation Module), Esprit (European System Providing Refueling, Infrastructure and Telecommunications) dedicato alle comunicazioni e al rifornimento, e Halo (Habitation And Logistics Outpost) abitativo e logistico.
Sistemi abitativi, di comunicazione e trasporto
Thales Alenia Space sta inoltre progettando per Esa anche moduli abitativi per il lunar shelter, l’avamposto pressurizzato che ospiterà gli astronauti sul suolo lunare, e anche per il trasporto e la logistica oltre al veicolo di trasferimento cislunare Cltv (Cis Lunar Transport Vehicle) e al sistema di atterraggio El3 (European Lunar Lander). Da parte sua, Telespazio è alla guida del consorzio internazionale per la realizzazione del Lunar Communications and Navigation Services (Lcns) all’interno di Moonlight, il programma dell’Esa per la creazione di un sistema di comunicazione e navigazione lunare.
Telespazio per comunicazione e navigazione
La rete sarà interoperabile con la Lunanet della Nasa e avrà la stessa funzione che Galileo e Gps hanno sulla Terra permettendo di localizzare e controllare tutto quello che si trova e si muove sulla Luna, compresi i sistemi robotici e ad intelligenza artificiale. In questo campo Leonardo potrà giocare un ruolo di primo piano, come dimostra il braccio robotico realizzato per l’Esa e che sarà impiegato per la missione Mars Sample Return. L’obiettivo finale è creare un base camp ovvero struttura abitative e di ricerca che consentano di condurre una vita stabile per uomini e donne sulla Luna nel quale sono contemplati anche lo svago e il divertimento. Questa “lunar economy” rappresenta per la nostra industria, il mondo della ricerca e altri settori una grande opportunità.
Tre finestre per un lancio “coast-to-coast”
La missione Artemis-1 partirà dalla piattaforma 39B del Kennedy Space Center di Cape Canaveral, lo stesso da cui decollarono le missioni Apollo. E dal punto di vista delle immagini sarà un vero e proprio “coast-to-coast”: se infatti il vettore partirà guardando l’Oceano Atlantico, atterrerà nel Pacifico al largo di San Diego. Al momento, sono previste tre finestre di lancio: 29 agosto, due ore dalle 8:33 locali (14:33 in Italia) con “splashdown” dopo 42 giorni il 10 ottobre; 2 settembre due ore dalle 12:48 (18:48 italiane) con rientro l’11 ottobre dopo 39 giorni; 5 settembre con 90 minuti a disposizione dalle ore 17:12 (23:12 italiane) e “tuffo” il 17 ottobre dopo 42 giorni.
Leonardo mette le ali a Orion
A seguire Artemis-1 ci sarà Giovanni Fuggetta, senior vice president Divisional Space Business di Leonardo. “Sarà un giorno che segnerà la storia dell’esplorazione spaziale. In quel momento – afferma – vedremo riconosciuto lo sforzo di circa 50 ingegneri e tecnici di Leonardo che hanno realizzato ‘ali’ e unità elettroniche per l’alimentazione del modulo di servizio europeo di Orion”.