OneWeb scende in campo a sostenere Starlink e SpaceX per impedire che le reti terrestri 5G ricevano la concessione di utilizzo per la banda intorno ai 12 GHz. La società britannica ha infatti scritto una lettera alla Federal Communications Commission, firmata da Kimberly Baum, vice presidente spectrum engineering and strategy di OneWeb, con la quale chiede di rigettare tale richiesta che, se fosse approvata, lascerebbe “aree significative degli Stati Uniti inutilizzabili da parte dei terminali utenti”.
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OneWeb, stesso punto di partenza con conclusioni opposte
OneWeb dunque ha compiuto la stessa mossa di SpaceX nei confronti dell’autorità che regola l’utilizzo delle frequenze. A supporto delle proprie tesi, è stato allegato uno studio condotto dalla stessa OneWeb in un’area suburbana non precisata, ma che confermerebbe le stesse conclusioni di quello realizzato da SpaceX sfruttando però gli stessi assunti di partenza degli studi condotti da RFK per Dish Network e da RS Access. Secondo OneWeb, le conclusioni ottenute sarebbero opposte e dunque le reti 5G terrestri influiscono in numero di casi molto superiore all’1% – “quasi sempre” dunque confermando il 77% dello studio di SpaceX realizzato nell’area di Las Vegas – andando ad interferire sul segnale di downlink in banda Ku che i satelliti di Starlink e OneWeb utilizzano.
La coesistenza riguarda anche le città
La lettera della Baum punta in particolare su due punti. Il primo è: gli studi condotti dagli operatori 5G partono dall’assunto che i servizi di Internet satellitare riguardino le aree rurali e non anche quelle urbane e suburbane che non sono raggiunte da reti terrestri ad alta velocità. “Non c’è alcuna reale giustificazione per tale assunto” scrive la dirigente. Il secondo è che l’analisi condotta da RS Access prende in considerazione solo Starlink. OneWeb prevede di lanciare il proprio servizio negli Usa dal prossimo anno e negli anni a venire arriveranno agli operatori. Secondo la Baum, se anche le reti 5G interferissero con Starlink, non è detto che possa essere il contrario con altri operatori che sono “distinti da Starlink dal punto di vista dell’architettura, del sistema e del modello imprenditoriale” e possono in ogni caso offrire ai clienti una scelta in più.
Aree rurali e urbane, una distinzione sbagliata
“Gli studi di RS Access sono stati capaci solo di mostrare che un servizio terrestre mobile bidirezionale potrebbe coesistere con le operazioni in corso degli Ngso Fss (Non GeoStationary Orbit Fixed Satellite Service, ndr) nella banda dei 12 GHz creando una separazione artificiale tra le aree geografiche di azione dei terminali utente satellitari e quelle dei dispositivi mobili. In realtà, nessuna siffatta separazione può o deve esistere. Come mostrano i dati, la fattibilità dell’implementazione degli Ngso Fss e degli operatori mobili fa perno sulla possibilità di essere implementati ovunque” conclude la Baum.
La risposta degli operatori 5G a OneWeb
La risposta degli operatori 5G non si è fatta attendere. Chip Pickering, ceo di Incompas e membro della “5G for 12 GHz Coalition” che aveva già bollato lo studio di SpaceX come “viziato dal punto di vista scientifico e logico”, ha definito lo studio di OneWeb come “un altro tentativo fatto in casa e non indipendente per discreditare la fattibilità di una coesistenza già scientificamente provata” ribadendo la propria disponibilità a lavorare con la Fcc per provare come gli operatori di Internet satellitare e quelli terrestri 5G possono coesistere all’interno della stessa banda. “È importante notare – ha aggiunto Pickering – che la Fcc ha già precisato come qualsiasi compagnia Ngso fss che utilizza la banda 12 GHz lo fa a proprio rischio e non dovrebbe esserci alcuna aspettativa di esclusività all’interno della banda stessa”.