Anche Sony va nello spazio. La multinazionale giapponese ha infatti annunciato di avere costituito la Sony Space Communications Corp. il cui obiettivo è costruire sistemi di comunicazione che sfruttano la tecnologia laser e destinati a piccoli satelliti collegati tra di loro e con impianti terrestri.
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Le onde radio non sono un problema
Una descrizione che rimanda direttamente alla tecnologia già utilizzata da Starlink e, in generale, ai sistemi formati da molti satelliti, ormai definiti comunemente costellazioni, che forniscono servizi di telecomunicazioni dalle orbite terrestri interfacciandosi con strutture terrestri. I sistemi laser hanno il vantaggio di non sfruttare le onde radio, una risorsa che sta diventando sempre più preziosa anche nello spazio visto il crescente affollamento di oggetti che gravitano intorno al nostro pianeta con scopi diversi. Le frequenze radio sono destinate anzi a diventare il collo di bottiglia dei satelliti – da un punta di vista sia tecnico sia burocratico – e le connessioni ottiche rappresentano una soluzione che offre anche molti altri vantaggi.
L’esempio di SpaceX
SpaceX se l’è sviluppata e fatta in casa, la mossa di Sony punta invece ad offrirla a tutti gli operatori sul mercato, sia quelli già presenti e che devono pensare alla seconda generazione dei propri dispositivi in orbita, sia a quelli che vogliono entrare e hanno bisogno di una tecnologia che guardi al futuro. I sistemi ottici, oltre ad aggirare la carenza di frequenze e la necessità di richiederne l’utilizzo agli enti competenti, sono più compatti e leggeri, non hanno bisogno di antenne, inoltre permettono una velocità di trasferimento dati superiore utilizzando meno energia.
Partendo dai compact disc
Sony non parte certo da zero. L’inventrice dei lettori per cassette portatili, delle microcamere, delle videocassette, l’azienda che per prima ha portato sul mercato le batterie al litio, oltre che leader mondiale delle console da gioco, ha infatti una grande esperienza anche per i sensori ottici. Tale tecnologia è stata utilizzata soprattutto per i dischi ottici (compact disc, DVD, laser disc, Blue-Ray, etc) e dal 2016 Sony sta studiando come sfruttare queste competenze anche per lo spazio dove ha già compiuto test.
In laboratorio dal 2016, nello spazio dal 2020
Il progetto di trasmissione ottica è stato avviato ufficialmente nel 2019 e nel 2020 è stato inviato sulla Stazione Spaziale Internazionale il Soliss (Small Optical Link for International Space Station) istallandolo sul modulo sperimentale Kibo in collaborazione con l’agenzia spaziale giapponese Jaxa e il Japanese Institute of Information and Communications Technology. Quest’ultimo ha fornito la stazione di terra per stabilire una connessione bidirezionale sfruttando il protocollo Ethernet che ha permesso di trasmettere un’immagine ad alta risoluzione. Nel 2021 il Soliss si è collegato anche con una stazione di terra della Kongsberg Satellite Services in Grecia e nel 2022 è stato portato a compimento un trasferimento completo di file simulando uno scenario capace di indurre errori di comunicazione.
Nel cuore della Silicon Valley
La Sony Communications Corporation è una società interamente posseduta dalla Sony Corporation of America e avrà sede a San Mateo, dunque nel bel mezzo della Silicon Valley, sotto la presidenza di Kyohei Iwamoto che ha condotto sin dall’inizio tutta l’attività di ricerca di base per la comunicazione satellitare laser all’interno dei Sony Computer Science Laboratories. La Scc tuttavia non ha fatto ancora sapere se ha già clienti, vi sono trattative in corso e le tempistiche per la prima applicazione operativa dei suoi prodotti. È altrettanto evidente però che, se Sony guarda alla connettività spaziale, non lo fa solo per vendere dispostivi ottici, ma guarda al potenziale offerto dalle reti satellitari e ibride per la connettività e l’intrattenimento. Ed è l’ennesima prova di quanto la space economy sia sempre di più al centro della scena e, di conseguenza, dell’attenzione da parte delle grandi aziende che sviluppano tecnologia, anche quelle che operano nell’elettronica di consumo.