SpaceX si prepara a potenziare i sistemi di generazione e stoccaggio di energia rinnovabile presso la propria base di Boca Chica, nello stato del Texas, ma appoggiandosi solo in parte alle risorse interne e dovendo mettere in conto anche altri fattori ambientali.
Secondo quanto riportato la Cnbc, consultando i documenti del U.S. Fish and Wildlife Service (Fws), la società aerospaziale di Elon Musk ha progetti di allargamento e potenziamento per la sua base che prevedono, tra le molte cose, di aumentare del 30% la superficie utile dei pannelli solari fotovoltaici utilizzati portandolo a oltre 2,87 ettari (come 4 campi da calcio), incrementando del 90% la capacità di generazione (da 850 kW a 1,6 MW) e più che raddoppiando la capacità di accumulo (da 3,87 MWh a 8 MWh). In quest’ultimo caso, si servirà di batterie stazionarie prodotte da Tesla mentre – stranamente – per i pannelli fotovoltaici utilizzerà i cinesi Trina Solar e non quelli che la stessa Tesla produce.
Una scelta che sembra rispecchiare l’andamento del suo business. Lo scorso anno, la divisione energia di Tesla ha fatto registrare perdite del 10% sul totale del fatturato con una produzione di pannelli solari di 48 MW, ovvero quasi dimezzata rispetto al 2020 mentre i sistemi di accumulo di rete e domestici, basati su grandi batterie stazionarie, stanno crescendo vertiginosamente tanto che nel primo trimestre del 2022 hanno raggiunto 846 MWh, il 90% in più rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Nel 2020 SpaceX avrebbe acquistato sistemi energetici per un valore di 4 milioni di dollari dalla consociata Tesla. Con tali misure SpaceX ridurrebbe il ricorso al proprio impianto di cogenerazione che funziona a gas naturale.
Un impegno per l’ambiente che tuttavia ha un risvolto proprio ambientale. Secondo infatti quanto riportato dagli stessi documenti del U.S. Fish and Wildlife Service, il contestuale potenziamento di Boca Chica minaccia alcune specie animali, soprattutto se SpaceX decidesse di fare della sua testa di ponte in Texas la base per i propri lanci commerciali della navicella Starship con il razzo Super-Heavy. Nel settembre del 2021 SpaceX ha inoltrato alla Faa (Federal Aviation Administration) richiesta per costruire una nuova rampa di lancio, una nuova piattaforma di atterraggio, un generatore di energia, un impianto di trattamento per il gas naturale, uno per le acque, un sistema anti alluvione e stagni per il raffreddamento delle piattaforme. E starebbe anche pensando a costruire ulteriori strutture di lancio nelle vicina città di Brownsville (37 miglia a Est) e sull’isola di South Padre, 15 miglia a Nord in linea d’aria. Misure che trasformerebbero l’intera area in un gigantesco spazioporto.
South Padre e Boca Chica si trovano in aree protette e le attività di SpaceX metterebbero a repentaglio l’habitat di due uccelli, come il corriere canoro (nome scientifico Charadrius melodus melodus) e il piovanello maggiore (Calidris canutus), e di due felini: l’ocelotto (Leopardus pardalis) e il jaguarundi (Herpailurus yagouaroundi). Sotto osservazione ci sarebbero anche la farfalla Monarca (Danaus plexippus) e soprattutto la tartaruga marina di Kemp (Lepidochelys kempii), la tartaruga a maggior rischio di estinzione al mondo e che va a riprodursi proprio sulle spiagge di Boca Chica. Il documento tuttavia non sembra porre vincoli tali da impedire a SpaceX di procedere, ma solo raccomandazioni e richieste a esplorare soluzioni che creino un impatto ambientale inferiore, come limitare le attività di lancio in determinati orari del giorno e in determinati periodi dell’anno utilizzando inoltre servizi navetta (magari con mezzi elettrici) per limitare il traffico di veicoli in zona. L’Fws avrebbe inoltre richiesto a SpaceX di devolvere annualmente somme agli enti parco locali e ai gruppi di osservazione della fauna locale. Insomma, in certi casi solo il rombo dei motori non si può zittire.