La Commissione europea dà il via al fondo Cassini per lo spazio, “almeno un miliardo di euro” per sostenere la crescita delle start-up impegnate della space economy: lo ha annunciato il commissario europeo per il Mercato interno, Thierry Breton, alla 14ma Space Conference dell’Ue. Cassini è lanciato con Eif a supporto delle imprese innovative dello spazio impegnate nella fase di scale-up.
“L’Europa ha un vivace ecosistema di start-up con idee e tecnologie dirompenti, ma molte di loro non riescono ad ottenere investimenti di capitale significativi in Ue quando hanno bisogno di espandersi e non hanno altra scelta che rivolgersi a investitori non-Ue. È un’enorme perdita per l’Europa e il Cassini Fund rappresenterà una svolta”, ha affermato Breton.
Cassini sarà unito a uno strumento di debito tramite la Bei per assicurare che “le aziende della nuova economia dello spazio abbiano accesso ai prestiti, in particolare quando non riescono ad accedervi a fonti tradizionali”, ha detto Breton.
Indice degli argomenti
La strategia: Galileo e modernizzazione di Copernicus
Il fondo Cassini fa parte di una più ampia strategia europea per rafforzare il ruolo dell’Ue nella space economy. Lo scenario in cui la strategia si inserisce è caratterizzato dalla crescita degli operatori privati, che unisce aziende piccole e grandi e cambia il modello di business dello spazio, ha detto Breton, dando all’Europa grande potenziale di crescita. Un altro elemento è che lo spazio sta diventando un terreno di scontro tra potenze, ed è un fattore da considerare e che richiede di rafforzare la capacità di difesa dell’Ue.
Su questo sfondo Breton ha delineato le direttrici della strategia spaziale dell’Europa. “La mia priorità numero uno sarà rafforzare i nostri attuali asset e svilupparli perché possano rispondere alle prossime sfide”.
Si tratta del sistema Galileo per la navigazione satellitare e del programma Copernicus per l’osservazione della Terra, gestito da Commissione Ue e dall’Agenzia spaziale europea (Esa). In entrambi i casi Breton evidenzia come il valore di questi sistemi non sia di per sé sufficiente all’Europa per primeggiare, perché la concorrenza è sempre più intensa, soprattutto da attori privati. La seconda generazione di Galileo è già pronta, mentre per Copernicus Breton ha annunciato che presenterà la strategia di modernizzazione nelle prossime settimane.
Focus sui lanciatori: spazio ai micro-player
Anche sui lanciatori satellitari, dove l’Europa conta su Ariane e Vega, Breton intende potenziare la capacità di competere. Arriverà dunque una strategia europea a tutto campo per i lanciatori capace di preservare il posizionamento dell’Europa e garantire la sua autonomia per i prossimi 20-30 anni.
La Commissione europea lancerà formalmente anche la European Space launcher alliance per definire una roadmap tecnologica e un approccio olistico europeo ai lanciatori. Verranno rafforzate le attività esistenti ma anche aperti spazi per player piccoli.
Il ruolo della banda ultra-larga satellitare
La seconda priorità illustrata da Breton è preparare l’Europa alle realtà di domani per evitare di dipendere strategicamente da altri Paesi. L’Europa dovrà dotarsi di un’infrastruttura di connettività basata sullo spazio e Breton annuncia che presenterà una proposta legislativa nelle prossime settimane agli Stati-membro e al Parlamento europeo.
Questa infrastruttura dovrà fornire accesso internet in banda larga a tutti gli europei “mettendo fine alle zone morte”. Assicurerà ridondanza con l’infrastruttura terrestre in modo che l’Europa resti sempre online “qualunque cosa succeda”. L’infrastruttura sarà anche ultra-sicura grazie alla cifratura quantistica. Infine sarà “geopolitica” perché ridurrà la dipendenza dell’Europa da iniziative commerciali non europee. Fornirà anche all’Africa la connettività di cui il continente ha bisogno e sarà un’alternativa europea e la prima iniziativa Global Gateway.
L’infrastruttura userà satelliti Leo (orbita terrestre bassa) e offrirà servizi sia commerciali che per il governo. Breton chiede al parlamento e ai Paesi Ue di procedere spediti nell’iter di discussione e approvazione per avere i primi servizi punti nel 2024.
La difesa nello spazio: cruciali AI, chip e quantum
La terza priorità è l’innovazione nel mondo dello spazio: ne farà parte la prima Space Partnership della storia, con cui la Commissione europea vuole riunire l’industria dello spazio, gli istituti di ricerca, le università e le autorità pubbliche con l’obiettivo di progettare, tramite roadmap tecnologiche, le iniziative di lungo termine per lo spazio e coordinare gli investimenti in innovazione nello spazio.
In questo ambito si inseriscono la facilitazione dell’accesso ai finanziamenti e il fondo Cassini per le start-up.
Infine, il quarto pilastro della strategia europea è la difesa nello spazio, di cui Breton ha già discusso con i ministri europei della difesa e l’alto rappresentate Ue per gli affari esteri Josep Borrell. Come parte dello Strategic Compass, l’Europa proporrà il prossimo anno una Space & Defence Strategy.
Breton sottolinea anche in questo ambito la necessità per l’Ue di ridurre le sue dipendenze tecnologiche e rafforzare la resilienza delle catene del valore in settori critici per lo spazio come il quantum computing, l’intelligenza artificiale e i chip.
Le opportunità per l’Italia dal Pnrr
Secondo l’ultimo studio del Politecnico di Milano la Space economy nel mondo conta su investimenti governativi compresi fra globale tra 86,9 miliardi e 100,7 miliardi di dollari. Per entità di spesa, il 2021 ha visto l’Europa (con 11,48 miliardi di dollari) seconda nel mondo dopo gli Stati Uniti (43,01 miliardi di dollari); seguono Cina, Russia, Giappone e India.
I fondi previsti nell’ambito del Pnrr contribuiranno a dare un’ulteriore spinta al mercato: lo stanziamento diretto allo Spazio è pari a 1,49 miliardi di euro e riguarda le linee di intervento: SatCom, Osservazione della Terra, Space factory, Accesso allo Spazio, In-orbit economy e Downstream.
“L’Europa è nella fase in cui l’economia dello spazio può rafforzare il ruolo Ue nella definizione del prossimo decennio per un’economia giusta e sostenibile e la stessa Unione può ambire a un ruolo leader divento il facilitatore effettivo della cooperazione tra gli Stati e con i partner definendo un quadro di riferimento che potrebbe andare anche oltre lo spazio”, ha detto il ministro per l’innovazione tecnologica e la transizione digitale Vittorio Colao.