IL PROGETTO

Space economy, a Maxar commessa da 9,3 milioni dalla Difesa Usa per i bracci robotici

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Serviranno per operazioni di assemblaggio e di manutenzione nello spazio e anche per usi commerciali e governativi

Pubblicato il 23 Dic 2021

Nicola Desiderio

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La Maxar Technologies si è aggiudicata una commessa da 9,3 milioni di dollari per produrre due bracci robotizzati destinato a missioni nello spazio. Il bando era stato emesso dal Defense Innovation Unit del Dipartimento di Difesa del governo degli Stati Uniti d’America.

I bracci robotici della Maxar saranno entrambi lunghi circa due metri, ma avranno obiettivi diversi e saranno consegnati in due momenti differenti entro 3 anni. Il primo ad essere realizzato e a diventare operativo sarà utilizzato sia per operazioni di assemblaggio sia di manutenzione nello spazio. Il secondo sarà sviluppato per usi sia commercial sia governativi. La peculiarità tecnologica basilare di entrambi è spiegata dalla stessa Maxar: “una caratteristica chiave di questi bracci è che saranno sottoattuati (underactuated), vuol dire che avranno un sistema a motore singolo per trasmettere tramite cavo la coppia a qualsiasi articolazione”. Dunque un sistema semplificato che non permette qualsiasi tipo di movimento, ma riduce il costo e soprattutto il peso del componente riducendo la massa da portare in orbita.

I bracci robotici sono una specialità di Maxar che per la Nasa ha già prodotto sei bracci montati su navicelle di atterraggio (lander) e mezzi di superficie (rover) impiegati in missioni su Marte. Inoltre, sempre per l’agenzia spaziale statunitense, sta sviluppando due nuovi bracci. Il primo è l’Osam-1 (On-orbit Servicing, Assembly and Manufacturing 1) e l’altro è il Luna (Lunar Underactuated Robotic Arm) destinato ad essere impiegato Artemis, il progetto che mira a riportare astronauti sul nostro satellite naturale entro il 2024 e, successivamente, sulla superficie del pianeta Marte. La Maxar sta anche lavorando, insieme ad Altius Space Machines, ad un sistema di attacco magnetico che permetterà alle missioni di cambiare l’utensile necessario per le operazioni di montaggio o manutenzione nello spazio. Al progetto collabora anche la SRI International che fornirà un sistema magnetico di aggancio per satelliti e le proprie competenze in tema di meccanismi per bracci sottoattuati.

Il bando è stato coordinato dal Defense Innovation Unit, una sezione del Ripartimento di Difesa creata appositamente per accelerare l’adozione di nuove tecnologie a scopo commerciale. La Maxar è invece un fornitore storico del governo statunitense per le tecnologie spaziali. Fondata nel 1969 e con sede a Westminster, nello stato del Colorado, impiega circa 4.400 persone, ha costruito quasi 300 vettori di lancio e oltre 80 satelliti di sua costruzione sono in orbita.

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