IL PROGETTO

Space economy: Enea, Asi e G&A Engineering insieme per gli orti stellari

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Finanziata dalla Regione Lazio, l’iniziativa “Sole” punta a utilizzare sistemi di illuminazione a Led per coltivare micro-ortaggi che integrino la dieta degli astronauti

Pubblicato il 21 Dic 2021

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L’orto su Marte di Mark Watney (alias Matt Damon) nel film “The martian” non è più utopia grazie a Sole (Sistema Ottico di illuminamento Led e controllo iperspettrale per la coltivazione di piante finalizzato ad applicazioni spaziali), il progetto che riunisce Enea, l’Agenzia Spaziale Italiana (Asi) e la G&A Engineering.

Finanziato dalla Regione Lazio nell’ambito del bando LAerospaZIO, finalizzato alla promozione del trasferimento tecnologico del settore aerospaziale, Sole ha l’obiettivo di utilizzare sistemi di illuminazione a Led ad alta tecnologia da utilizzare in orti spaziali per coltivare micro-ortaggi in grado di integrare la dieta degli astronauti con sostanze ad elevato potere nutrizionale. La base scientifica del progetto è l’utilizzo della migliori ricette di luce ovvero le combinazioni di Led che emettono luce della frequenza più efficace per indurre le piante a produrre sostanze bioattive all’interno di un sistema automatizzato e controllato riducendo al minimo l’intervento umano. Tale aspetto è fondamentale non tanto per la produttività, ma per evitare contaminazioni da manipolazione e consentire di monitorare lo stato di crescita delle piante anche da remoto.

Il Laboratorio Biotecnologie del Centro Ricerche Enea di Casaccia avrà il compito di definire i parametri di illuminazione Led e la selezione delle specie vegetali in relazione sia al fabbisogno nutrizionale degli astronauti sia alle capacità di adattamento delle piante alle condizioni di coltivazione idroponiche. In questo modo sarà individuato il giusto mix di illuminazione e di specie per garantire una produzione quantitativamente e qualitativamente ottimale. Asi invece ha il compito di definire i requisiti di progettazione dell’impianto per la dimostrazione all’interno dei prossimi programmi di esplorazione umana nello spazio. Alla G&A Engineering spetterà invece la progettazione e lo sviluppo dell’impianto di coltivazione in ambiente controllato.

“L’esplorazione dello Spazio oltre la bassa orbita terrestre dipende dalla possibilità di produrre e riciclare risorse primarie in loco, svincolandosi il più possibile dai rifornimenti da Terra; questa esigenza è particolarmente rilevante quando si parla di cibo fresco, necessario al benessere psico-fisico degli astronauti – afferma Luca Nardi, responsabile per Enea del progetto Sole – da qui l’importanza di poter coltivare le specie vegetali nelle missioni”.

I risultati del progetto serviranno anche alle coltivazioni “terrestri”, ne è sicura Angiola Desiderio: “È sempre più pressante la necessità di individuare alternative alle tecniche di coltivazione tradizionali – ha affermato la ricercatrice Enea del Laboratorio Biotecnologie – che possano spostare le produzioni vegetali anche in ambienti estremi, come ad esempio le aree urbane, ma anche zone aride, contaminate o climaticamente avverse, al fine di supportare le crescenti richieste di alimenti freschi e qualitativamente garantiti”.

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