La nuova economia dello spazio potrebbe raggiungere un giro di affari complessivo di mille miliardi di dollari nel 2040, dopo avere toccato nel 2019 i 360 miliardi di dollari, pari a 325 miliardi di euro. In questo settore l’Italia cerca un ruolo sempre più rilevante, non solo per i ritorni economici ma per la sua importanza strategica.
Le previsioni di mercato e la visione del governo sono state riportate da Bruno Tabacci, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega alla programmazione e coordinamento economico, in audizione in commissione Attività produttive alla Camera sulla politica spaziale e aerospaziale dell’esecutivo.
Tabacci ha sottolineato che, all’interno della space economy, il segmento più propriamente legato allo spazio e all’aerospazio produce attualmente ricavi per circa 100 miliardi di euro, il 70% dei quali derivanti dal mercato istituzionale e il 30% dalla componente privata. È inevitabilmente un settore strategico per l’Italia, attualmente ottava potenza mondiale, ha affermato il sottosegretario.
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La Lega chiede nuovi investimenti nel Pnrr
“L’aerospazio è un settore sempre più strategico per il sistema Italia e rappresenta un volano per industria e ricerca in grado di garantire occupazione di qualità e futuro per i giovani. È necessario prevedere nuovi investimenti nel Pnrr per favorire il consolidamento e il rilancio di questo comparto”, hanno dichiarato i deputati della Lega Benedetta Fiorini, segretario della Commissione Attività produttive, Carlo Piastra e Diego Binelli, capogruppo in X Commissione, a margine dell’audizione del sottosegretario Tabacci.
“Fondamentali sono anche le ricadute sia economiche che geopolitiche. È dunque prioritario investire in questa vera eccellenza italiana: aerospazio vuol dire sicurezza, sviluppo, ricerca, posti di lavoro e made in Italy”, hanno proseguito i deputati leghisti.
Il rilancio di un settore strategico
L’anno scorso, in piena emergenza Covid, la Fiom ha lanciato un appello al governo per il rilancio dell’industria aerospaziale, fortemente colpita dalla crisi. L’aerospazio, ha sottolineato il sindacato, è il secondo settore industriale del nostro Paese dopo l’automotive, ma sta subendo e subirà una recessione senza precedenti nei prossimi anni se non ci sono interventi decisi da parte del governo.
A settembre del 2020 il top manager italiano Alessandro Profumo è stato nominato presidente dell’Asd, l’associazione europea delle industrie dell’Aerospazio, difesa e
sicurezza. L’amministratore delegato di Leonardo guiderà per due anni l’organizzazione che rappresenta le più grandi aziende e oltre 3.000 Pmi e associazioni di 18 paesi europei.
“Assumo questo incarico in una fase che pone sfide di tipo politico, economico, sociale e ambientale e che non può prescindere da un sistema europeo coeso anche a livello industriale”, ha affermato Profumo. “Già oggi è evidente che il settore AD&S sarà un punto di riferimento per molte delle priorità individuate nell’agenda della ripresa post-Covid: penso alla digitalizzazione, al green deal, alla cybersecurity, alla competitività del sistema europeo, fino al ruolo propulsivo per il sistema formativo. Mi adopererò affinché le potenzialità del settore AD&S siano riconosciute, dispiegate e supportate con strumenti e investimenti efficaci”.
Tutte le potenzialità della space economy
La stima sul valore della space economy (oltre 1 trilione di dollari di ricavi cumulativi tra il 2019 e il 2029) è stata messa nero su bianco nello studio “Global Space Economy” di Nsr, da cui emerge che sarà la connettività a fare da traino alla crescita, fra infrastrutture e applicazioni.
Il mercato – sostiene Nsr – continua a spostarsi verso un modello di business incentrato sui servizi e sul software. Dalle missioni di equipaggio e cargo fino al cosiddetto turismo spaziale “consumer” e all’analisi dei dati basate sull’osservazione della Terra, la space economy sta sempre più adottando la logica dell’as-a-service. E anche 5G, Sd-Wan, big data, cloud computing e altre soluzioni tecnologiche “di origine terrestre” si stanno sempre più muovendo oltre i confini dei casi d’uso terrestri.
L’Italia è fra i paesi leader della space economy. Tra i membri fondatori dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa) è oggi il terzo Paese contributore. È sulla connettività satellitare che sono puntati oggi i riflettori: il Recovery Plan prevede risorse dedicate non solo con l’obiettivo di abbattere i digital divide ma anche e soprattutto per l’erogazione e lo sviluppo di avanzati servizi di monitoraggio ambientale e del territorio nell’ottica delle attività della transizione ecologica oltre che digitale.
Il nostro Paese ha tuttavia bisogno di una politica industriale dedicata se vuole essere protagonista mondiale della space economy: la concorrenza estera, in particolare della Cina, è aggressiva e arrivare per primi è fondamentale per sfruttare al massimo i vantaggi delle nuove scoperte e soprattutto delle tecnologie derivate. Tutte le misure per il settore andrebbero inserite in un quadro coerente di sviluppo della politica spaziale e di ricerca per l’Italia.
La banda larga satellitare protagonista a Telco per l’Italia 2021
Operatori satellitari, provider internazionali, tower company: i colossi della connettività sempre più protagonisti nell’era della Gigabit society con infrastrutture future proof e soluzioni di nuovissima generazione per il mondo enterprise, PA e consumer. Obiettivo: spingere le potenzialità di fibra e 5G. Questi i temi sui cui accenderemo i riflettori in occasione del web summit del 20 maggio “Space, submarine e indoor connectivity: la banda larghissima chiave di volta”, nell’ambito di Telco per l’Italia (CLICCARE QUI PER LA REGISTRAZIONE E L’AGENDA)
Fra i relatori Silvano Casini, Presidente Asas-Associazione per i Servizi, le Applicazioni e le Tecnologie Ict per lo Spazio e Angelo Cavallo, Direttore dell’Osservatorio Space Economy del Politecnico di Milano. In programma anche un dibattito con i politici: saranno con noi Giulia Pastorella, Responsabile Innovazione e digitale di Azione e Dario Stefano, senatore del Partito Democratico.